Intervista a Cecilia, la nuova stella del neo-folk italiano

Arpista, torinese, giovane: conosciamo meglio questa artista che si racconta insieme ai suoi sogni e progetti.

 

Non è facile in Italia intendere e comprendere diverse tipologie di generi musicali “diversi” dalla pop music o dal genere melodico in generale, pur esistendo innumerevoli generi e sotto-generi esplorati ed ancora, chissà in futuro, in attesa di essere scoperti. La nostra Cecilia sta cercando di unire due generi completamente diversi: la musica melodica italiana (ma canta anche in inglese), con il folk mistico e fantasy, grazie al suo amore per uno strumento particolare ed affascinante come l’arpa. Inserendo anche elementi di elettronica per cercare di amalgamare il tutto, come una formula magica segreta.

Conosciamoci un po’

Ciao Cecilia, benvenuta, è un piacere conoscerti ed ospitarti nella nostra testata. Innanzitutto raccontaci come è nata la tua passione per l’arpa. Siamo curiosi.

“Ciao! Ho visto l’arpa in tv da piccola e ho vessato i miei genitori per averne una. Ho fatto il Conservatorio e dopo il diploma mi sono dedicata a cercare di capire come suonare le cose che mi piacevano col mio strumento. E’ uno strumento affascinante e che permette ancora un margine di sperimentazione e scoperta, solo il trasporto è un po’ difficoltoso ma, come si suol dire, è un dolore che si dimentica!”

Segui di più il neo-folk americano o anglosassone? E se sì, conosci Joanna Newsom, arpista californiana? Ti ispiri un po’ a lei visto che ha dato nuova linfa vitale al genere con lo splendido “Ys” di dieci anni fa?

“Mi piace tantissimo Joanna Newsom ed è la prima che io abbia mai sentito fare musica leggera con l’arpa, è geniale. In realtà i miei ascolti preferiti sono un po’ diversi, più analogici e datati, ma ascoltare un’arpista è un piacere infinito che, purtroppo, non capita spesso neanche a me.”

Ti ci vedi inserita in questo genere o preferisci essere libera di essere “altro”?

“Mi ci vedo nel senso che l’impronta folk la tengo stretta e adesso sento che mi sta bene. In realtà voglio pensare di poter fare tante cose diverse andando avanti. Pensa che bello se tra 15 anni mi salta di fare un disco prog o tra 40 anni un disco di sole mazurche! Mi piacerebbe fare tanti esperimenti diversi che, avendo come punto di partenza comune l’arpa e la mia voce, possano portarmi dove non immagino ancora.”

E cosa ne pensi invece della scena attuale italiana, di qualsiasi genere?

“Penso che ci sia molta gente brava che suona, ma che purtroppo molti anche “addetti ai lavori” fanno fatica a mantenere la musica in primo piano. Spesso finisce in fondo alle priorità e secondo me è un peccato che rischia di generare ancora meno interesse per la musica, specialmente quella emergente.”

Secondo te, un musicista italiano di talento vero, non quello “costruito” dai reality show, cosa dovrebbe fare per affermarsi nel nostro paese?

“Sarebbe bello saperlo, non mi sento molto competente su questo punto, alla fine io mi sono affacciata da poco a questa finestra. Resistere alle sirene, suonare e trovare delle persone di cui ti fidi con cui lavorare, queste sono le cose su cui cerco di concentrarmi io. Se funziona potrò dirvelo tra qualche anno!”

Dicci ora i tuoi tre dischi che porteresti con te sull’isola deserta

“Ho sempre sognato di rispondere a questa domanda!! Queen II dei Queen, Sailing to Philadelphia di Mark Knopfler e Night of hunters di Tori Amos.”

Seguiamola in tour

Ringraziamo Cecilia per la sua simpatia e disponibilità e segnaliamo che è in tour in Italia da inizio gennaio con il suo “#Sdoppiatour”, dove salirà sul palco insieme al suo produttore Neda (Raffaele D’Anello), che si occuperà della strumentazione elettronica. Il 13 Febbraio sarà a Milano al Cicco Simonetta, e poi il tour proseguirà il 14 a Mariano Comense, il 15 a Cremona e il 19 Febbraio sarà la volta di Roma. Vi diamo un assaggio delle sue capacità con il suo ultimo videoclip “Sei Bianca”, singolo tratto dal suo album di debutto “Guest”.

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